Altri esuli ed espatriati:
“Verso la fine del mio percorso universitario, durante la raccolta dati per la mia tesi di Laurea di tipo sperimentale, sono stata assunta in una RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale). In tali strutture solitamente vi sono ricoverati adulti disabili ma soprattutto anziani. Un’esperienza questa che favorirà anche i miei studi in gerontologia, grazie all’arricchimento personale ed emotivo di questi degenti “insegnanti” per il disagio sofferto dalla maggior parte di loro per il dover vivere in una situazione “fuori Casa”.
Per essere ricoverati in strutture sanitarie, specie se legati a disturbi cognitivi legati all’età o ai traumi subiti, vengono a mancare i riferimenti familiari delle proprie cose. Come le abitudini consuete e all’apparenza meno salienti come quelli socio relazionali del vicinato o del negoziante di fiducia. Tanto che i degenti potranno sviluppare un’intensa nostalgia, con una condizione non dissimile a chi è in esilio coatto. La maggior parte di loro, infatti, non avranno modo di tornare tra le proprie e tanto sospirate “pareti domestiche”. A quegli odori e suoni caratteristici della propria Casa. Questa mancanza in molti porterà a un profondo senso di disagio con disorientamento, ansia, agitazione, con tentativi di fuga nell’intento di ritornare al proprio ambiente e l’instaurarsi di sindromi erranti o chiamate “wandering“.
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Anche molti italiani espatriati, a eccezion fatta per quelle persone che hanno uno spiccato spirito di adattamento, potranno provare sentimenti di disagio emozionale sia per a nostalgia ma anche per la difficoltà di adattamento in quei Paesi dove la Cultura è assai diversa dalla loro. Disagi che nel tempo possono influenzare negativamente il benessere e l’equilibrio psicologico di quanti sono coinvolti nella condizione di espatrio: sia gli espatriati stessi, sia i loro congiunti rimasti a Casa ad attenderli.
Per l’esperienza di essere stata io stessa, nel passato, in una condizione di “lontananza” dagli affetti, mi fa comprendere come ci si senta. Di quanto bisogno si possa avere di qualcuno che ci aiuti a mantenere un equilibrio psico emotivo in quei momenti di sconforto per la mancanza di quelle certezze che solo il proprio ambiente e le proprie radici possono offrire.
(by Admin)
non l’avevo visto sotto questo aspetto, e i vecchi meritano più rispetto!
visto da questa prospettiva non ci avevo mai pensato. Anche mio padre è stato in struttura per breve tempo ma ora è a casa.
E’ vero! Finchè siamo autonomi e in salute non pensiamo che si può finire “in esilio” e non tutte le strutture sanitarie sono luoghi con personale garbato e professionale.