P S I C O A R M O N I C A M E N T E

promuove l'armonia psicoemotiva e relazionale nella Persona, nel gruppo e animali d'affezione

   Ott 13

Comunicazione non verbale fra specie diverse.

Nella comunicazione, cani e gatti sanno esprimere le emozioni primarie (gioia, dolore, paura, sorpresa, disgusto, interesse, rabbia) come pure alcune fra quelle definite secondarie. Chiamate secondarie perchè più complesse e strutturate come  lo sono i  sentimenti quali gelosia e timidezza e nei cani ed alcuni primati perfino la vergogna.

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Queste emozioni/sentimenti sono mostrati con la postura, le movenze della coda, la modulazione  della voce, il drizzare o abbassare le orecchie, l’arruffare il pelo, il digrignare i denti. Analogamente sono capaci d’ interpretare gli stati d’animo delle persone significative e capiscono quando l’amico umano è arrabbiato, triste, allegro, spaventato. Mediante un’interazione dinamica, come una sorta di “rispecchiamento” reciproco.        

specie diverse

Alcuni animali riescono a leggere le emozioni in modo ancor più efficiente di quanto si possa supporre. Per es. quando il cane manifesta empaticamente le stesse emozioni dell’amico umano e instaurando così un’interazione circolare di consapevolezza reciproca di un “come aver capito che”.  

insieme all'arrivo

Come sappiamo la comunicazione non verbale ha tutta una serie di azioni che perfino tra specie diverse sono decifrati dal destinatario del segnale. Sarà capitato a molti di riscontrare dei comportamenti piuttosto originali in cani, gatti, cavalli, scimmie, delfini e taluni uccelli. Tutti soggetti questi, idonei ad essere osservati sia in ricerche naturalistiche, sia all’interno delle pareti domestiche, sia in vere e propri disegni sperimentali di laboratorio. Non sarà sfuggito quando il cane attende dietro la porta o alla fermata dell’autobus ad una certa ora il ritorno dell’amico umano. ritorno a casaIn letteratura sono molti gli episodi in cui cani e gatti smarriti, hanno ritrovato la via di casa percorrendo incredibilmente centinaia di chilometri.

Oppure quei casi nei quali si recano in ambienti condivisi col loro amico umano o  sulla tomba in sua memoria  o quando si lasciano morire confermando quanto possa essere, pure per loro, traumatizzante e dolorosa la loro mancanza.

cane chiesa 2Vi siete mai ritrovati in quelle situazioni in cui l’animale sembra leggervi nel pensiero  o quando pare che “preveda” qualcosa per esempio, la visita del veterinario? Ovviamente se si prende il trasportino per il gatto che lo associa ad un evento passato traumatizzante o spiacevole, logico averne da parte sua un comportamento nervoso e schivo. Oppure, nel caso del cane, la passeggiata quotidiana se deviata per il raggiungimento dell’ambulatorio, è probabile che durante il percorso, la bestiola s’impunti o tenti di deviare dal percorso perchè rammenta un evento passato stimolato dagli odori che lo circondano e che hanno disegnato nella sua memoria una sorta di mappa cognitiva olfattiva. Ad un certo punto la sua mente ricorda/pensa/vede “veterinario” così  da manifestare nervosismo irrigidendosi e tirando attivamente il guinzaglio in opposta direzione. In questi casi il comportamento è facilmente spiegabile mentre in altre occasioni sembra che i fattori implicati possano essere ben altri. Per esempio in quelle occasioni in cui il veterinario arriva a casa senza preavvisi particolari, magari solo con lo squillo del telefono o il suono del campanello e poco prima l’animale sembra sapere chi è prima di vederlo. 

Ci si potrebbe domandare cosa, nel comportamento umano, ha suggerito all’animale uno stato di allerta. Forse una serie impercettibile di movimenti ed espressioni? Una particolare sequenza di essi o la modulazione della voce hanno fatto intuire alla bestiola il ripresentarsi di un evento particolare? O forse anche il cambiamento dell’odore dell’amico umano?images (20)

In merito a questo, le capacità sensoriali principali dei cani, udito e olfatto sono notevolmente superiori alle nostre, come riportate in letteratura e nelle seguenti ricerche. Una condotta dal neurologo Adam Kirton dell’Alberta Children’s Hospital in Canada, pubblicato sulla rivista Neurology e riguarda la capacità da parte dei cani di prevedere attacchi epilettici nelle persone. Nello studio condotto su 60 cani ha dimostrato che il 15% di loro è piuttosto preciso nella previsione di una crisi epilettica del proprio padrone con una percentuale di successo che si aggira sull’80%. Questa capacità non sembra possa essere indotta dall’addestramento ma dipendere solamente dal tempo necessario all’animale per conoscere bene il soggetto dell’esperimento come in una sorta di sincronizzazione fra persona e animale. Alcuni cani sono riusciti a prevedere una crisi addirittura con un’ora d’anticipo perché in un attacco epilettico, il corpo del paziente, subendo delle modificazioni fisiologiche, portano a cambiamenti della sudorazione così che il cane le possa rilevare attraverso l’odorato. La capacità di prevedere la crisi epilettica si rivela utile perché consente di mettere il paziente in condizioni di sicurezza, evitando i rischi e i danni riguardo le crisi convulsive o le cadute che si manifestano durante un attacco.images (32)

Un altro studio condotto dalla dottoressa Carolyn Willis e collaboratori dell’Amersham Hospital e pubblicato sul British Medical Journal, sembra aver messo in evidenza la capacità da parte dei cani di rilevare la presenza di cancro alla vescica annusando semplicemente l’urina dei pazienti. Lavorando in collaborazione con un istruttore cinofilo, per ben sette mesi, i ricercatori hanno insegnato a cani di varie razze ed età a riconoscere l’impronta odorosa dell’urina tipica di chi è affetto da cancro alla vescica. Venivano presentati vari campioni di urine umane, con lo scopo di identificare quelle del malato affetto da tumore. I cani lo hanno rilevato in una percentuale del 40%. Se avessero scelto a caso, la probabilità di successo sarebbe stata solo del 14%. Curiosamente è che nel corso del test, i cani hanno ripetutamente segnalato l’urina di un soggetto creduto sano. Ulteriori accertamenti di laboratorio hanno invece confermato che quel paziente era affetto da una grave forma tumorale ma a uno stadio precoce: i cani non avevano sbagliato!

Da anni le ricerche di Desmond Morris sui gatti ci hanno svelato gli affascinanti segreti di questi piccoli seduttori.  L’etologo inglese ha dimostrato che i gatti dispongono di almeno sei messaggi di base per la comunicazione del loro stato d’animo e che son più propensi a mostrarla quando sono in contatto con gli umani d’affezione. Per esempio succede quando il gatto entra in una stanza dove sta l’amico umano e lo saluta tenendo ben dritta la coda. Il suo corpo elegante e flessuoso non mostra segnali di minaccia o timore e talvolta emette dei miagolii rivolti all’umano in questione.  Per le fusa il discorso sembra farsi più complesso e alcune ricerche al riguardo stanno vagliando le cause/effetto della loro emissione non solo nella comunicazione del senso di soddisfazione  ma anche in condizioni tutt’altro che di benessere. Sono quelle nelle quali vi sia un’alta soglia stressogena o dolorosa quale può essere la sofferenza derivata da malattia o convalescenza e perfino poco prima della morte. In questi casi la vibrazione delle fusa sembrano avere un effetto terapeutico entrando in gioco quelle aree cerebrali dove vien sintetizzata la dopamina e la serotonina noti neurotrasmettitori implicati al senso del benessere. Si sta tentando di spiegare come le fusa, in questi casi, possano essere un vero e proprio tentativo di stabilire quelle condizioni neurofisiologiche per l’emissione di endorfine: oppioidi naturali con caratteristiche molto simili a quelli usati in antidolorifici ed anestetici di sintesi.

Un altro studio, guidato da Karen McCob della Università del Sessex e pubblicato sul n. 14 di luglio di Current Biology, sembra provare che i felini riescano a mettere a punto un richiamo particolare per motivare le persone a dar loro attenzione come il riempire di cibo le loro ciotole. images (40)E’ la comunicazione di una sorta di segnale misto, composto dalle frequenze di un miagolio particolare e l’emissione delle fusa che, essendo ritenuto un suono piacevole, permette loro di avere come risultato la soddisfazione delle proprie richieste. Questo messaggio subliminale, attingendo a una sensibilità intrinseca negli esseri umani e altri mammiferi risulta generalmente fastidioso se ignorato o procrastinato, in quanto, questo tipo di richiesta, attraverso una serie di frequenze vanno proprio a stimolare quelle zone cerebrali implicate nel “matèrnage” o cura della prole.

 Hans il cavallo che sapeva contareIn letteratura, infine, c’è anche il famoso caso del cavallo che sapeva contare. Siamo nella Berlino nel 1904. Hans, questo il nome del cavallo, suscitò una delle maggiori controversie scientifiche dei primi passi della psicologia sperimentale dell’epoca e che si estenderà anche al di fuori della Germania. Secondo il proprietario, l’intelligente equino sarebbe stato capace di risolvere problemi aritmetici, riconoscere carte da gioco, indicare la data del giorno, computare! Per verificare se si fosse trattato di una truffa fu nominata una commissione che accertasse le reali o presunte capacità del cavallo.Hans Cosa strabiliante fu che Hans era in grado di rispondere efficacemente alle domande anche in assenza del suo proprietario. L’intelligente equino aveva forse imparato a leggere i segnali che provenivano inconsapevolmente dagli umani o erano questi che altrettanto inconsciamente ne influenzavano le risposte?                                                                                   

Anche noi a volte possiamo sembrare dotati di un fiuto particolare. Per alcuni versi simile al vero e proprio fiuto animale, un istinto particolare che nasce da un luogo prossimo alla coscienza. Si dice a volte che una persona “odora di buono” oppure che ci “va a pelle”. Sono sensazioni evocate dalle emozioni che costei ci suscita leggendone il linguaggio del corpo o di qualcosa che va al di là di tutto questo? 

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 (Laura De Pasquale, Psy Dr)

 

 

Bibliografia di riferimento:

Despret V. (2004), Hans : Le cheval qui savait computer, Seuil, Paris ; trad. it. Hans, il cavallo che sapeva contare, ed. Eleuthera, Milano, 2005.

 Kirton A.,Wirrell E., Zhang J., & Hamiwka L. (2004), Seizure alerting and response behaviors in dogs living with epileptic children, Neurology; 62; 2303-2305;

 McComb K., Taylor A.,Wilson C. and C., Benjamin D., (2009) The cry embedded within the purr. Current Biology, 19 (13). R507-R508. ISSN 0960-9822

 Willis C.M., Church S.M, Guest C. M. et al. (2004), Olfactory detection of human bladder cancer by dogs: proof of principle study, British Medical Journal; 329; 712.

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40 Comments

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